CARATTERISTICHE MUSICASSETTE MC

La Musicassetta Compact Cassette (Maxell) e microcassetta (Olympus) a confronto
Una musicassetta (abbreviato MC, conosciuta anche come audiocassetta, cassetta a nastro, cassetta audio o semplicemente cassetta) è un dispositivo di memorizzazione di segnali audio, che basa il suo funzionamento sulla capacità di memorizzare informazioni sequenziali su nastro magnetico.

È composta da due bobine in cui è avvolto il nastro magnetico.
La registrazione può avvenire facendo scorrere il nastro magnetico su testine di lettura nelle due possibili direzioni, le due registrazioni sono identificate come "Lato A" e "Lato B", secondo i quali è possibile introdurre la cassetta nel lettore.

Ne venne prodotta una versione di dimensioni ridotte, detta microcassetta. Prodotta dalla Philips agli inizi degli anni 1960, ha avuto grande diffusione negli anni ottanta e novanta, per poi cadere velocemente in disuso agli inizi degli anni duemila, col diffondersi del compact disc.

Sviluppata nel 1962, il brevetto fu registrato nel 1963 dalla Philips come Compact Cassette.[1] In origine era costituita da una certa quantità di nastro magnetico prodotto dalla BASF racchiusa in un involucro protettivo in materiale plastico. Negli stessi anni furono sviluppati altri sistemi a cartuccia di nastro (come lo Stereo-8), ma la musicassetta si affermò col supporto della Philips denominato Compact Cassette e lanciato sul mercato nello stesso 1963.

Il numero di tracce registrabili sul nastro dipendeva dalle testine del riproduttore di cassette adoperato. La produzione di massa cominciò nel 1965 ad Hannover in Germania e contestualmente le case discografiche pubblicarono album sia su disco in vinile che su musicassetta, iniziando la vendita di nastri preregistrati. Con i primi modelli monofonici era possibile registrare una traccia per ogni senso di scorrimento capovolgendo la cassetta in un riproduttore di cassette in modo analogo a quanto avviene con i dischi in vinile. In seguito si passò alla stereofonia con due tracce per lato e si ebbero anche modelli semiprofessionali a quattro tracce per un solo lato, con cui operare registrazioni multitraccia. La diffusione della musicassetta fu enorme, per diversi fattori:
- maneggevolezza (racchiude in poco spazio una quantità considerevole di tracce audio),
- versatilità (può essere usata sia in ambito musicale, sia per registrazioni private, come interviste, dettature e registrazione di messaggi vocali),
- facilità d'utilizzo (sia per la riproduzione che per la registrazione),
- economicità
- facilità di duplicazione.

In breve tempo la musicassetta divenne il supporto preferito per la registrazione di musica e per la riproduzione in auto, relegando il concorrente Stereo-8 a prodotto di nicchia. A lungo, musicassetta e disco in vinile furono gli unici supporti con diffusione capillare. Un'ulteriore spinta alla diffusione della musicassetta venne dal Walkman Sony, messo in commercio nel 1979, che consentiva l'ascolto di musica ovunque con l'uso delle cuffie audio. La qualità del nastro magnetico si è evoluta nel corso degli anni per soddisfare le più svariate esigenze: al nastro "normale" fu affiancato il nastro al cromo, dalle performance migliori, al quale in seguito si aggiunsero quello al "ferrocromo" e il nastro "metal", particolarmente apprezzato dagli audiofili. La comparsa del CD audio nei primi anni ottanta non scalfì la diffusione della musicassetta per l'uso domestico. Sebbene il CD audio, in quanto supporto digitale, garantisse una migliore conservazione delle registrazioni e, generalmente, una miglior qualità di riproduzione, tanto da relegare la musicassetta a un ruolo di secondo piano nell'industria discografica, la musicassetta consentiva una facilità di registrazione allora impossibile per i CD all'utenza domestica. Fino alla fine degli anni novanta, la musicassetta fu il principale supporto su cui poter effettuare facilmente registrazioni casalinghe, compilation, duplicazioni o riversamenti da altre sorgenti audio. Con la crescente diffusione dei masterizzatori tale possibilità si estese anche ai CD, ma la musicassetta fu, per diverso tempo, l'unica in grado di permettere la registrazione in tempo reale, nonché la possibilità di riutilizzare uno stesso supporto più volte.

All'inizio degli anni 2000, con la massiccia diffusione di nuove memorie di massa e tecnologie digitali come lettori mp3, memorie flash e masterizzatori DVD, l'utilizzo del nastro magnetico diminuì rapidamente. Oggi in ambito casalingo i nuovi supporti digitali garantiscono una capacità di memorizzazione e una qualità audio notevolmente superiore al nastro magnetico, oltre alla possibilità di creare o cancellare i dati memorizzati in maniera pressoché istantanea. A partire dagli anni 2000 la maggior parte delle case discografiche cessò di utilizzare le musicassette come supporto commerciale (salvo alcune eccezioni)[2][3]), mentre quelle vergini furono ancora prodotte in maniera rilevante sino al 2010 da un ristretto numero di produttori (TDK, Sony, Maxell e Basf con il marchio Emtec a partire dal 2000), sebbene con un'offerta limitata in qualità e durata della registrazione (C46, C60, C90 e C120 erano ancora facilmente reperibili, più rari i formati C50, C54, C70, C74 e C100). Anche le case discografiche smisero di produrre album in formato musicassetta, ad eccezione di pochi gruppi musicali.[2] Sono attualmente disponibili ad oggi per l'acquisto a piattaforme di e-commerce come Ebay e a qualche azienda che continua a produrre nastri vergini in quantità limitate. Ad oggi le uniche fabbriche che ancora oggi producono questi supporti sono la National Audio Company Inc. di Springfield[3] e l'italiana Tape It Easy.[4]

 

Il ritorno della musicassetta

Dopo l'avvento del CD musicale, la Musicassetta è stata abbandonata e non più utilizzata dalla produzione discografica.
Oggi (2019) si registra un boom di vendite di musica su nastro e anche in Italia la cassetta ricomincia a girare.
Lo dimostrano non solo le classifiche di vendita ma anche i nuovi prodotti tech.
La musicassetta è tornata. Una sorta di zombie tecnologico risorto, un morto vivente che è tornato a girare su stereo e che promette di diventare grande protagonista del 2019, almeno secondo i pronostici e i dati di vendita dello scorso anno. L’acme del boom è stato toccato dal Regno Unito, con ben 50mila cassette vendute nel 2018, registrando così una crescita del 125,3% rispetto al 2017, come riportato dal sito inglese Official Charts.

E il 2017 era stata comunque un’ottima annata! Negli Stati Uniti si era registrato un vertiginoso segno positivo nella vendita delle music tape, ossia del +35%. Dal 2004 a oggi pare che per la cassetta siano tornate a girare bene le cose, così come le sue bobine: su stereo fissi, walkman, convertitori tape-mp3 e mitici “boombox”, gli stereo portatili detti anche “ghetto blaster” che negli anni Settanta e Ottanta hanno segnato indelebilmente la storia della musica e della moda hip hop targata Stati Uniti, la musicassetta torna a suonarcele e cantarcele in tutto il suo splendore analogico.

Tantissimi nomi della tecnologia hi-fi non si sono fatti trovare impreparati, immettendo sul mercato nuovi apparecchi per ascoltare musica su nastro. Nuovi dentro ma vecchi fuori, nel senso che quasi tutti i prodotti appena usciti si rifanno all’estetica degli anni Ottanta, con un design per cultori del vintage tech. L’ultimo della lista di novità in campo tape player è il CT200 di Crosley, lo stereo portatile per cassette appena uscito, che sembra semmai appena uscito dal ghetto.

 

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